PATOLOGIE

Cardiopatia ipertensiva

La cardiopatia ipertensiva comprende le modifiche strutturali e funzionali che il cuore sviluppa quando la pressione arteriosa rimane elevata per molti anni. L’aumento cronico del carico di lavoro induce progressiva ipertrofia del ventricolo sinistro – ispessimento della parete muscolare e perdita di elasticità – che può estendersi all’atrio sinistro e alle coronarie, favorendo insufficienza cardiaca, ischemia e aritmie. 
In Italia si stima che oltre 6 milioni di persone presentino segni di cardiopatia ipertensiva, calcolando che circa un terzo della popolazione è ipertesa e il 36 % di questi mostra già alterazioni cardiache. (Bollettino Epidemiologico Nazionale - ISS).

La malattia rimane silente a lungo; i disturbi compaiono quando compaiono scompenso, ischemia o aritmie. I più frequenti sono:

  • Dispnea (fiato corto) da sforzo o a riposo
  • Dolore toracico tipico da angina da sforzo
  • Palpitazioni, battito irregolare o accelerato
  • Capogiri, affaticamento e, nei casi avanzati, edemi declivi

La causa diretta è l’ipertensione arteriosa cronica che obbliga il cuore a pompare contro una resistenza maggiore. Contribuiscono a sviluppare o mantenere la pressione elevata:

  • Fattori ereditari o familiarità per ipertensione
  • Età, sovrappeso, sedentarietà
  • Eccesso di sodio, dieta povera di frutta e verdura, abuso di alcol
  • Diabete, dislipidemia, malattie renali croniche
  • Fumo di tabacco

La diagnosi parte dal controllo periodico della pressione arteriosa e prosegue, se necessario, con  elettrocardiogramma (ECG), ecocardiogramma, talvolta Holter pressorio o risonanza magnetica cardiaca. L’ipertrofia ventricolare sinistra rilevata all’esame strumentale conferma la cardiopatia ipertensiva.

La gestione punta a normalizzare la pressione e prevenire le complicanze:

  • Modifiche dello stile di vita (dieta a basso contenuto di sale, attività fisica regolare, peso adeguato, astensione da fumo e alcol).
  • Farmaci antipertensivi scelti e combinati dal medico: diuretici tiazidici, ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, calcio-antagonisti; i beta-bloccanti trovano impiego se coesistono ischemia, aritmie o insufficienza cardiaca.
  • Se presenti scompenso cardiaco o aritmie si aggiungono terapie specifiche (diuretici dell’ansa, antiaritmici, anticoagulanti).

Un controllo pressorio stabile nel tempo, ottenuto con stile di vita adeguato e terapia farmacologica, è il passo fondamentale per frenare la progressione della cardiopatia ipertensiva; diversi studi mostrano che, quando i valori si mantengono nella norma, l’ipertrofia ventricolare sinistra può regredire parzialmente e il rischio di ictus, infarto e scompenso cardiaco si riduce in maniera significativa.

Le informazioni presenti nel sito, validate dai nostri medici, sono destinate a scopi informativi/divulgativi e non sostituiscono in nessun modo il rapporto diretto medico-paziente, né la visita specialistica. È fondamentale sempre consultare il medico per una diagnosi precisa e trattamento personalizzato.

Ultimo aggiornamento: 16/06/2025

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