Cardiopatia ipertensiva
La malattia rimane silente a lungo; i disturbi compaiono quando compaiono scompenso, ischemia o aritmie. I più frequenti sono:
- Dispnea (fiato corto) da sforzo o a riposo
- Dolore toracico tipico da angina da sforzo
- Palpitazioni, battito irregolare o accelerato
- Capogiri, affaticamento e, nei casi avanzati, edemi declivi
La causa diretta è l’ipertensione arteriosa cronica che obbliga il cuore a pompare contro una resistenza maggiore. Contribuiscono a sviluppare o mantenere la pressione elevata:
- Fattori ereditari o familiarità per ipertensione
- Età, sovrappeso, sedentarietà
- Eccesso di sodio, dieta povera di frutta e verdura, abuso di alcol
- Diabete, dislipidemia, malattie renali croniche
- Fumo di tabacco
La diagnosi parte dal controllo periodico della pressione arteriosa e prosegue, se necessario, con elettrocardiogramma (ECG), ecocardiogramma, talvolta Holter pressorio o risonanza magnetica cardiaca. L’ipertrofia ventricolare sinistra rilevata all’esame strumentale conferma la cardiopatia ipertensiva.
La gestione punta a normalizzare la pressione e prevenire le complicanze:
- Modifiche dello stile di vita (dieta a basso contenuto di sale, attività fisica regolare, peso adeguato, astensione da fumo e alcol).
- Farmaci antipertensivi scelti e combinati dal medico: diuretici tiazidici, ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, calcio-antagonisti; i beta-bloccanti trovano impiego se coesistono ischemia, aritmie o insufficienza cardiaca.
Se presenti scompenso cardiaco o aritmie si aggiungono terapie specifiche (diuretici dell’ansa, antiaritmici, anticoagulanti).
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Ultimo aggiornamento: 16/06/2025