PATOLOGIE

Tumore al seno

 Cosa è

Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nelle donne: 1 donna su 8 rischia di ammalarsi nel corso della vita. 

L’origine è da attribuire ed è originata dalla moltiplicazione incontrollata di cellule maligne nella ghiandola mammaria. Grazie alla diagnosi precoce e ai progressi terapeutici, la sopravvivenza a 5 anni è aumentata dall’81% all’87% (fonte: AIRC).

Si distingue in due macro-categorie:

  • Non invasivo (in situ): limitato ai dotti o lobuli della ghiandola mammaria, senza diffusione.
  • Invasivo (infiltrante): diffuso, oltre i dotti o i lobuli, nel tessuto mammario circostante e può coinvolgere linfonodi ascellari o altri organi. I sottotipi più comuni includono il carcinoma duttale (70% dei casi) e lobulare, e più rari e complessi come tumori tripli negativi (assenza di espressione per recettori ormonali ed Her2) o Her2-positivi.
Gli stadi (da 0 a 4) definiscono l’estensione della malattia:
  • Stadio 0-1: tumore localizzato (e inferiore ai 2 cm).
  • Stadio 2-3: coinvolgimento linfonodale ascellare.
  • Stadio 4: presenza di metastasi a distanza in altri organi del corpo.

Nelle fasi iniziali, è spesso asintomatico. Grazie ai programmi di screening, più della metà delIe neoplasie viene riscontrata in fase pre-clinica, quindi non è riscontrabile alla palpazione.

I possibili  campanelli d’allarme potrebbero essere:
  • Nodulo palpabile (solitamente non doloroso).
  • Alterazioni della pelle (gonfiore, arrossamento, pelle “a buccia d’arancia”).
  • Retrazione o secrezioni dal capezzolo (sangue/siero).
  • Cambiamenti di forma o dimensione del seno.
Attenzione: il dolore mammario è raramente legato al cancro (spesso associato a mastopatia o cicli ormonali).

Prevenzione

I programmi di prevenzione vanno sempre più verso programmi personalizzati, valutati con una prima visita senologica. In relazione al rischio personale il senologo stabilirà gli esami di prevenzione indicati per la paziente.

L’adesione ai programmi di screening regionali, che prevedono mammografia ogni anno dai 45 ai 50 anni ed ogni due dai 50 ai 74, è auspicabile per tutte le donne.

Un programma generico suggerito prevede:

  • Esami radiologici:
    • Mammografia ogni anno dai 40 anni (con tomosintesi per seni densi).
    • Ecografia: una prima tra i 25 ed i 30, ogni anno tra i 30 ed i 40 ed in affiancamento alla mammografia per mammelle dense. 
    • Esami di secondo livello: risonanza mammaria, mammografia con mezzo di contrasto
  • Stile di vita:
    • Dieta mediterranea (riduzione di circa il  40% del rischio, fonte: WCRF).
    • Attività fisica regolare e controllo del peso.
    • Limitare alcol e fumo
    • Terapie ormonali da valutare caso per caso
  • Valutazione genetica. Le pazienti con sospetto di ereditarietà (numerosi casi in famiglia di tumore alla mammella o all’ovaio in parenti di grado prossimo), seguono un percorso differente che prevede l’eventuale esecuzione di test genetico ed esami ravvicinati da valutare caso per caso

Diagnosi

In caso di sospetto per lesione al seno, si procede con:
Biopsia ( tru cut) mammaria per ottenere una analisi istologica della massa riscontrata ed orientarsi sul possibile trattamento.
Mammografia  con tomosintesi ed ecografia , eventuale mammografia con mezzo di contrasto per valutarne l’estensione ed eventuale Risonanza Magnetica con e senza mezzo di contrasto
Esami di stadiazione della malattia se necessaria con TAC Total Body con e senza mezzo di contrasto e Positron Emission Tomography (PET)
Esami ematici e TAC per verificare lo stadio della malattia.

Il trattamento è personalizzato in base a stadio, sottotipo e caratteristiche biologiche:

  1. Chirurgia
    • Conservativa (quadrantectomia o tumorectomia) per tumori piccoli.
    • Mastectomia (parziale o totale) con eventuale ricostruzione immediata o in 2 tempi o con altre tecniche plastiche
    • Biopsia escissionale del linfonodo sentinella per valutare la diffusione del cancro mammario alle sedi linfonodali dell’ascella qualora vi sia una diagnosi di tumore invasivo.
    • Eventuale linfoadenectomia ascellare qualora ci sia interessamento estensivo dei linfonodi del cavo ascellare
  2. Terapie sistemiche
    • Ormonoterapia: riservata alle pazienti con tumori con espressività ormonale.
    • Chemioterapia: neoadiuvante (pre-operatoria) o adiuvante (post-operatoria).
    • Terapie a bersaglio molecolare: riservate alle pazienti con tumori con espressività al recettore HER2+.
    • Immunoterapia: riservata alle pazienti con tumori senza espressività ormonale o al recettore HER2+ negativo
  3. Radioterapia

Riduce il rischio di recidiva dopo intervento chirurgico ed è indicata particolarmente a seguito di chirurgia conservativa.

Le informazioni presenti nel sito, validate dai nostri medici, sono destinate a scopi informativi/divulgativi e non sostituiscono in nessun modo il rapporto diretto medico-paziente, né la visita specialistica. È fondamentale sempre consultare il medico per una diagnosi precisa e trattamento personalizzato.

Ultimo aggiornamento: 16/06/2025

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