La Paralisi ostetrica è una perdita di motilità di un arto superiore, avvenuta in circostanze collegate al parto, in conseguenza della lesione di alcune fibre nervose.
Si verifica all'incirca in 1 su 1000 nati ed è spesso, ma non sempre, associata a una trazione esercitata sulla testa del feto, mentre la spalla resta bloccata dal bacino materno (distocia di spalla).
Il fascio nervoso interessato è costituito dai nervi che emergono tra la quinta vertebra cervicale e la prima vertebra toracica, e che prende il nome di plesso brachiale.
La varietà più comune consiste in una lesione del tronco superiore del plesso (quinta e sesta radice cervicale) e viene definita paralisi di Erb-Duchenne. Si presenta da subito con una rotazione interna del braccio e un suo accostamento (adduzione) al tronco, con estensione dell'avambraccio, mentre il polso è pronato e flesso.
Una variante meno comune consiste nella lesione del tronco inferiore del plesso brachiale (settima e ottava radice cervicale e prima toracica) e viene definita paralisi di Dejerine-Klumpke. Comporta deformità della mano (“ad artiglio”) per la paralisi dei muscoli estrinseci.
Più raro è un interessamento più esteso (paralisi ostetrica di tipo totale) quando è coinvolto tutto il plesso brachiale: ne consegue una paralisi motoria e sensitiva completa.
Le conseguenze della paralisi ostetrica dipendono dalla profondità e dall'estensione del danno, e dalla possibilità di risoluzione spontanea o affidata a un intervento terapeutico.
La diagnosi, nei casi più appariscenti, può avvenire alla nascita o nei giorni immediatamente successivi; in altri casi più avanti nel tempo, per esempio quando il bambino incomincia ad afferrare gli oggetti. L’approccio diagnostico può avvalersi, eventualmente, di tecniche strumentali (elettromiografia, esame della conduzione nervosa).
La risoluzione completa si può ottenere nel 75-90% dei casi, in modo spontaneo o attraverso la fisioterapia e l'ausilio di tutori che, mantenendo l'arto in un atteggiamento appropriato, favoriscano un eventuale corretto ripristino dell'integrità della fibra nervosa. Ove questo non avvenga, o avvenga in modo parziale, è possibile intervenire chirurgicamente.
Con la chirurgia si possono ricostruire i nervi, oppure, in caso di insuccesso o di diagnosi tardiva, ripristinare la funzionalità dell'arto leso, andando ad agire sulla sua componente ossea o muscolare.
Un danno permanente si verifica nel 10-23% dei casi.
Il principale fattore di rischio per la paralisi ostetrica, la distocia di spalla, non può essere prevista ma, una volta riconosciuta, possono essere messe in atto delle manovre che, modificando la posizione della partoriente o quella del feto, permettano di prevenirne o limitarne le conseguenze.