Triiodotironina (T3) e tiroxina (T4) sono due ormoni prodotti dalla tiroide in risposta all’ormone tireostimolante (TSH) rilasciato dalla adenoipofisi. La principale funzione di T3 e T4 è la regolazione del metabolismo. Un’eccessiva produzione di questi due ormoni o, al contrario, un’insufficiente produzione degli stessi a causa di una disfunzione tiroidea determina gli stati patologici noti rispettivamente come Ipertiroidismo e Ipotiroidismo. Le cause più comuni dell’Ipertiroidismo sono legate al morbo di Basedow, al gozzo multinodulare tossico e al morbo di Plummer.
L’Ipotiroidismo è invece dovuto principalmente a una malattia autoimmune (per esempio, la tiroidite di Hashimoto), a scarsità di iodio nella dieta e a rimozione totale o parziale della tiroide. L’Ipertiroidismo, in quanto accelera i processi metabolici, può determinare disturbi quali un’eccessiva perdita di peso, insonnia, intolleranza al calore, aumento della frequenza cardiaca e aumento del volume della tiroide.
Al contrario, l’Ipotiroidismo, che rallenta i processi metabolici, è causa di aumento di peso, debolezza muscolare cronica (astenia), intolleranza al freddo, deficit di memoria, depressione. Entrambe le patologie sono diagnosticabili mediante analisi del sangue, nello specifico dosando i valori degli ormoni tiroidei liberi (FT3 e FT4), del TSH e nel caso dell’Ipotiroidismo, anche degli anticorpi anti-TPO (tireoperossidasi).
Utili per una diagnosi completa sono anche l’ecografia della tiroide e la scintigrafia tiroidea. Una volta stabilita l’origine dell’Ipertiroidismo si può procedere con la valutazione del trattamento terapeutico più adatto. In taluni casi si opterà per l’utilizzo di farmaci tireostatici (per esempio, il metimazolo) che riducono l’attività tiroidea; in altri casi si procederà con l’asportazione chirurgica totale o parziale della tiroide o, ancora, con la terapia radiometabolica che prevede l’utilizzo di iodio radioattivo al fine di distruggere in modo selettivo le cellule tiroidee anomale. L’Ipotiroidismo è invece trattato con la cosiddetta terapia “sostitutiva” che prevede l’assunzione quotidiana di un ormone tiroideo sintetico (levotiroxina) per tutta la vita. La levotiroxina riproduce artificialmente le funzioni della tiroide difettosa, ma perché agisca in modo adeguato la sua dose dovrà essere ben calibrata.