Due distinti ricordi di Marinella Sommaruga scomparsa il 1 marzo scorso, prematuramente. Nel primo sono i colleghi milanesi, Elisabetta Dell'Anna e Maurizio Bussotti a ripercorrere i suoi 11 anni nell'Istituto di Via Camaldoli, nel secondo è una collega psicologa, Antonia Pierobon dell'IRCCS Montescano: i primi e la seconda restituiscono l'immagine di una professionista e di una donna di grande spessore.
Milano, quell'approccio diretto e individualizzato al paziente
Marinella Sommaruga ha dedicato gli ultimi 11 anni della sua trentennale attività professionale all'IRCCS Milano.
L'istituto di Camaldoli ha perciò goduto della sua piena maturità professionale ed è stato il terreno fertile per lo sviluppo di collaborazioni con le varie Unità di Riabilitazione, dalla Cardiologia alla Neurologia ed alla Pneumologia.
Il fuoco delle sue molteplici attività di ricerca e assistenziali si è articolato su due punti cardine della moderna psicologia clinica: CONSAPEVOLEZZA e ADATTAMENTO (alle modificazioni indotte da una malattia cronica, ai cambiamenti e alle pressioni dei carichi di lavoro, et cetera).
Da questo sono derivati le attività educazionali e riabilitative sul personale, sui pazienti broncopneumopatici, cardiopatici, con patologie neurologiche croniche, in collaborazione con figure professionali diverse (medici, nutrizionista, terapisti motori e cardiorespiratori, assistenti sociali), nonché la stesura di linee guida diagnostiche e interventistiche con la Società di Psicologia e Istituti di Psicologia clinica di varie sedi universitarie.
Ne è testimonianza letteraria la produzione scientifica pubblicata nel corso degli anni su riviste indicizzate e in monografie e libri anche di tipo divulgativo.
Negli ultimi anni la sua attività sia di counseling clinico che di studio si è concentrata in particolare su pazienti affetti da una malattia rara come l’Ipertensione arteriosa polmonare, divenendo per loro un punto di riferimento e contribuendo a creare un modello riabilitativo specifico per tale patologia.
Alla base delle competenze professionali e della loro efficacia, c'era in Marinella Sommaruga non solo una forte formazione culturale ma anche la naturale tendenza ad un approccio diretto ed individualizzato con il paziente, la capacita di trovare le più piccole fessure cognitive, socioculturali e psichiche in cui introdurre la chiave per far uscire il malato dalla cristallizzazione, assieme ad una grande carica empatica.
Tutto questo ha fornito ai suoi interventi la forza di lasciare un profondo effetto terapeutico e modificare positivamente il modo di lavorare di quanti hanno avuto l'opportunità di collaborare con lei.
Elisabetta Dell’Anna, neurologa
Maurizio Bussotti, cardiologo
La lezione di Marinella: l'impegno durante il Covid malgrado la malattia
Marinella inizia la sua attività di psicologa psicoterapeuta presso il centro di Veruno, per poi essere trasferita a Tradate e dopo una piccola parentesi all’Ospedale di Cernusco, conclude il suo percorso lavorativo a Camaldoli. Nel mezzo c’è la storia di una professionista, preparata, capace e sempre attenta ai bisogni dei pazienti, dei caregiver e dei colleghi che lavoravano in equipe con lei. Per come conoscevo Marinella, il fil rouge di tutta l’attività professionale, clinica e di ricerca, è stata la costante attenzione a mettere il paziente al centro della valutazione e dell’intervento riabilitativo, in particolare di quello psicologico.
Con Marinella ho condiviso diverse esperienze lavorative, dalla partecipazione a eventi scientifici, come corsi o congressi, alla stesura di molti articoli o capitoli di libro. Dalle esperienze vissute assieme, sento di poter dire di conoscere Marinella, almeno in parte, sotto il profilo personale, relazionale e professionale. Le sue asperità caratteriali, la caparbietà e l’onestà intellettuale. Il desiderio di poter lavorare senza troppi vincoli, di poter esprimere le sue potenzialità con rigore scientifico e all’interno di un’etica deontologica, chiara e definita. A volte poteva non risultare facile lavorare con Marinella, perché non nascondeva la sua disapprovazione o il suo disappunto. Tuttavia, dalle momentanee incomprensioni, si poteva uscire con la franchezza e la sincerità, il confronto dialettico sulle idee e sulle cose da fare. C’è sempre stato un campo d’azione da poter condividere con lei. Quante volte ci siamo dette “Verba volant, scripta manent”. È stato il nostro motto.
E infatti abbiamo scritto numerosi articoli scientifici insieme e il suo sguardo accanto a me al computer era quello di una lince, attenta, vigile e scattante. Ma c’era sempre anche il tempo di una battuta, di una risata e di dare un po’ di colore alle nostre giornate piene e grigie, come possono essere le giornate dentro ad un ospedale quando fuori c’è il sole e senti che la vita fuori ti chiama. Il lavoro di Marinella era caratterizzato da una costante passione, dedizione e uno sguardo sul futuro. Chiedersi incessantemente cosa poteva essere utile alla nuova generazione di Psicologi, come gettare le basi per poter creare opportunità di lavoro per la nostra categoria in ambito ospedaliero, in generale, e riabilitativo, nello specifico.
In questa prospettiva vale la pena di ricordare l’intenso impegno di Marinella, soprattutto negli ultimi anni, con l’Ordine nazionale degli Psicologi, che ha portato alla stesura di diversi lavori; uno particolarmente rilevante per ICS Maugeri, relativo al Ruolo dello Psicologo nel Piano nazionale della Cronicità.
Erano in corso altri importanti progetti importanti come quello sulla fragilità e la stesura di un libro sulla Psicologia della Salute in collaborazione con colleghi interni ed esterni a ICS Maugeri .
Durante l’emergenza Covid-19, in una fase in cui la malattia non le stava dando di certo tregua, ricordo la collaborazione fattiva di Marinella, con l’Istituto Superiore di Sanità – Sezione Salute Mentale, nella produzione di vademecum utili alla nostra professione di psicologo per fronteggiare la pandemia da diversi punti di vista. Uno tra tutti le: “Indicazioni ad interim per il supporto psicologico telefonico di secondo livello in ambito sanitario nello scenario emergenziale COVID-19”.
Merito di Marinella è stato quello, negli anni, di aver creato una rete di relazioni tra psicologi psicoterapeuti di diverso orientamento e provenienza, ospedaliera, universitaria e sanitaria su tutto il territorio nazionale. Questa rete di amicizie e colleganza che l’ha sostenuta nella malattia e ci sostiene oggi nella difficile elaborazione della perdita non solo di una collega, ma anche di una amica, con cui si poteva parlare di lavoro e non solo.
Marinella era una donna che coltivava poliedrici interessi: dal teatro al cinema, dalla buona cucina ai viaggi, dalla vela allo sci. La fisicità di Marinella non si dimentica. Il dinamismo e la forza del suo carattere erano un tutt’uno, una simbiosi indissolubile. Una vera forza della natura. Marinella era un catalizzatore di energia positiva e ha dimostrato fino all’ultimo una grande forza. Che fosse combattiva lo si sapeva, ma la sua resistenza e resilienza hanno sorpreso tutti noi.
Chi le è stato vicino nell’ultimo periodo, familiari e colleghi, non l’ha mai sentita lamentarsi. Ha invece percepito il desiderio di potercela fare fino all’ultimo, la capacità all’ascolto, il saper ridere, il parlare della sua malattia in modo ironico, sarcastico e, permettetemi, a volte dissacrante e dare ancora, ancora una volta, il suo contributo alla comunità scientifica.
Marinella ha saputo sino all’ultimo parlare delle sue debolezze, del suo dolore e delle sue imperfezioni, senza mai compiangersi; fiera come sempre, come il primo giorno in cui l’ho conosciuta.
Ora rimane il vuoto e il pieno di una vita vissuta per la sua famiglia, le amicizie, i suoi amori, i viaggi (invidiabili) e il lavoro. Ora rimane a noi il dovere di portare avanti quello che ci ha trasmesso e quello che abbiamo costruito insieme in ICS Maugeri come psicologi e come professionisti, in sinergia gli uni con gli altri, in sua memoria.
Ciao Marinella, con tanta stima e immenso affetto,
Antonia Pierobon