Malattie cardiache ereditarie che portano a morte improvvisa: la ricerca scientifica Maugeri verso terapie salvavita, somministrate per via inalatoria

La terapia basata su molecole di RNA mediata da nanoparticelle, oggetto di uno studio preclinico nell’Unità di Cardiologia Molecolare dell’IRCCS Maugeri di Pavia, potrà essere utilizzata anche per il cuore con farmaci di sempre più pratica somministrazione. Ne parla la dottoressa Rossana Bongianino, ricercatrice, che dal 2010 si occupa di studi di terapia genica nel team della professoressa Silvia Priori per trovare soluzioni a patologie che portano a morte improvvisa, come la Tachicardia Ventricolare Polimorfa Catecolaminergica (CPVT).

Correggere un difetto molecolare attraverso una terapia a base di RNA mediata da nanoparticelle e di facile somministrazione è la nuova frontiera della ricerca in ingegneria genetica. All’IRCCS Maugeri di Pavia si cercano, nello specifico, soluzioni di cura per le malattie cardiache ereditarie. Lo spiega la dottoressa Rossana Bongianino: Biologa di ricerca, ha scelto di lavorare in Maugeri 14 anni fa per preparare la sua tesi nei laboratori dell’IRCCS Maugeri di Pavia e ancora oggi prosegue la sua attività nel team della professoressa Silvia Priori, Direttore di Cardiologia Molecolare, che nel 2010 aveva già iniziato i primi studi di ingegnerizzazione del DNA.

Piemontese di origine, la dottoressa Bongianino ha deciso di trasferirsi a Pavia ai tempi dell’Università e ha scelto Maugeri per il suo internato di tesi in laboratorio: “Ho seguito gli sviluppi della terapia genica negli anni e ho lavorato con la tecnologia del DNA ricombinante per generare frammenti di DNA da utilizzare come terapia”, racconta.

 

I suoi studi si sono indirizzati sulle terapie geniche; nel suo lavoro, oggi, cerca nuove frontiere di cura per malattie cardiache ereditarie.

Il mondo della terapia genica ha l’obiettivo di correggere il difetto molecolare che causa la malattia – aggiunge la dottoressa -: questo è il caso delle malattie cardiache aritmogene ereditarie che portano a morte improvvisa. In particolare, mi sono concentrata sullo studio della Tachicardia Ventricolare Polimorfa Catecolaminergica (CPVT), che può causare morte improvvisa per arresto cardiaco in assenza di sintomi a riposo ed è causata da intensi stress fisici o emotivi”.

 

Poi la ricercatrice spiega le basi da cui parte lo studio in corso: “Le mutazioni geniche alla base di questa malattia sono ereditarie, quindi in Cardiologia Molecolare monitoriamo pazienti con storie famigliari di morte improvvisa o eventi aritmici importanti: attualmente il trattamento è a base di farmaci betabloccanti e prevede, in numerosi casi, l’impianto di un defibrillatore. Tutto questo però non risolve le cause molecolari, cosa che invece cerchiamo di fare con la terapia genica. Per questo stiamo sviluppando, attraverso uno studio preclinico, una terapia basata su interferenza dell’RNA mediata da nanoparticelle e non a vettore virale, di facile somministrazione, cioè per via inalatoria”.

L’innovazione passa appunto dalle possibili modalità di somministrazione della terapia, cioè attraverso un farmaco che, per via inalatoria, permetterebbe alle nanoparticelle di raggiungere la cellula cardiaca.

Le nanoparticelle che compongono il farmaco, attualmente in fase di studio, attraverso la circolazione cardiopolmonare arrivano al cuore passando dai polmoni – spiega la dottoressa Bongianino -. In Maugeri stiamo collaborando con l’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Cnr di Milano che ha sviluppato le nanoparticelle: sono biocompatibili e hanno affinità con le cellule cardiache”.

Il percorso che la ricerca mira a confermare è quello che la dottoressa Bongianino sta attualmente studiando con il suo gruppo di lavoro: “Quando il farmaco arriva al cuore, le nanoparticelle che lo compongono vengono internalizzate nelle cellule cardiache e rilasciano l’RNA che abbiamo inserito. L’RNA è una molecola che entra nelle cellule, agisce e poi viene eliminata, in quanto è una molecola di acido nucleico instabile che all'interno della cellula viene attaccata da enzimi (RNasi) che la degradano”.

Lo studio preclinico del farmaco, attualmente in corso, potrebbe dare una svolta alla ricerca sulle malattie cardiache più gravi e improvvise fornendo innovativi e più agevoli metodi di somministrazione per il paziente. Una consapevolezza che incoraggia i ricercatori a proseguire.


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