Si dice “asma” e si pensa subito alla mancanza di respiro. Di fatto, però, il cosiddetto ‘fiato corto’, cioè una difficoltà respiratoria, rappresenta “soltanto” il momento di riacutizzazione, o di non controllo, dell’infiammazione cronica dei bronchi.
Questa malattia, infatti, può concedere lunghi momenti di stabilità, per poi ripresentarsi con sintomi più seri perché non tenuti adeguatamente sotto controllo. Sono necessari dunque maggiore consapevolezza e cure efficaci da seguire con costanza nel tempo, obiettivi perseguiti Centro di Cura e Ricerca dell’Asma dell’Irccs Maugeri di Tradate, nato nel 2018 grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.
Proprio per aumentare la consapevolezza su malattia e nuove possibilità di cura, nel nostro Paese è nata Asma Zero Week, l’iniziativa nazionale che prevede l’attivazione di consulti gratuiti per pazienti con asma non controllato. Anche l’Irccs Maugeri Tradate mette a disposizione il suo know-how e la strumentazione diagnostica all’avanguardia per questo progetto, giunto ormai all’ottava edizione, nella settimana dal 27 al 31 maggio: per accedere ai consulti gratuiti è necessario chiamare il numero verde 800628989.
“Il messaggio che deve essere diffuso con forza è semplice: chi ha l’asma dev’essere curato costantemente, perché l’infiammazione alla base della malattia è cronica, non acuta – spiega il professor Antonio Spanevello, Coordinatore dei Dipartimenti di Ricerca e Clinico Assistenziali degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri e primario di Pneumologia dell’Irccs Maugeri Tradate –. E proprio per fare in modo che ci sia un follow-up sistematico abbiamo deciso di dar vita a un Centro di Cura e Ricerca dell’Asma all’interno dell’Irccs Maugeri Tradate. È un errore sottovalutare la malattia; oggi abbiamo terapie estremamente efficaci: antinfiammatorie, broncodilatatrici, o anche biologiche per i casi più gravi, che possono interrompere la catena che determina lo stato infiammatorio dei bronchi».
In Italia soffrono di asma circa 3 milioni di persone, con stime in crescita a causa anche di inquinamento ambientale e cambiamento climatico: sono soprattutto anziani e bambini i più vulnerabili. Ma sono ancora troppe le persone che si rivolgono al medico per approfondimenti soltanto in presenza di sintomi acuti.
“In base alla nostra esperienza, abbiamo constatato che fino a un terzo delle persone che approfittano di queste occasioni di controllo per dare una risposta ai dubbi sui sintomi ottiene poi una prima diagnosi di asma - spiega la professoressa Dina Visca, direttrice del Centro di Cura e Ricerca dell’Asma dell’Irccs Maugeri Tradate. Le restanti, sono persone che hanno avuto episodi di asma in passato, ma non seguono una terapia continua. E non sempre associano il loro stato di infiammazione cronica a sintomi nuovi che possono sorgere nel corso del tempo”.
Ed è proprio questo uno dei punti cruciali su cui pone l’accento il professor Spanevello: “Troppo spesso l’aderenza alla terapia da parte di chi soffre di asma bronchiale è drammaticamente bassa, circa il 35%. Uno dei motivi rappresenta una forma di paradosso: la risposta alla terapia è infatti spesso molto buona e, quando il sintomo, il paziente non prosegue la terapia per un’infiammazione cronica”.
La sfida all’asma bronchiale oggi si gioca sempre di più sulla personalizzazione della terapia e sul gioco di squadra dei professionisti, che devono prendersi cura delle persone seguendole passo dopo passo nel loro lungo percorso di cura.
“Ci prendiamo cura dei pazienti con un approccio multidisciplinare - dice la professoressa Visca, che si occupa di fenotipizzazione -: più caratteristiche si individuano e più ampia è la possibilità di trovare la terapia adeguata, su misura, per ciascuno. Attraverso l’analisi cellulare identifichiamo le peculiarità infiammatorie e scegliamo il percorso più appropriato. In questa attività ci avvaliamo del supporto di biologi della nostra struttura o del Centro di Immunologia clinica dell’IIRCCS Maugeri di Pavia. Si aggiungono infermieri specializzati che si occupano degli aspetti educazionale (il paziente deve essere reso consapevole della malattia e della necessità di cura continua) e di aderenza alla terapia, che può essere inalatoria, sistemica, a base di broncodilatatori, oppure biologica a seconda dei casi e dei livelli di gravità, e altre figure professionali come il fisioterapista, per ri-allenarsi allo sforzo, il dietista, lo psicologo ed eventualmente l’internista, nel caso in cui subentrino altre comorbidità”.
Un lavoro complesso che richiede sforzi sempre crescenti nel tempo. Sono infatti in costante aumento le persone con asma bronchiale che si rivolgono al Centro di Tradate: «Se all’inizio potevamo tenere aperto l’ambulatorio soltanto una mattina a settimana – conclude la Professoressa –, oggi si lavora cinque giorni su sette. Abbiamo circa 800 pazienti trattati all’anno. Una quota compresa tra il cinque e il dieci per cento ha una forma di asma grave, che richiede la terapia biologica. L’età media è 45 anni e l’incidenza è simile tra uomini e donne».