Ipoparatiroidismo
I disturbi dipendono in gran parte dal calo di calcio nel sangue; di norma compaiono in modo graduale e con severità variabile:
- Parestesie (formicolii o senso di spilli) a labbra, dita di mani e piedi
- Crampi o spasmi muscolari, talora dolorosi e ricorrenti
- Debolezza, affaticamento, senso di stordimento; talvolta pressione arteriosa bassa
- Cute, capelli e unghie secchi o fragili
- Dolori addominali o articolari
- Contrazioni involontarie o convulsioni nelle forme ipocalcemiche più gravi
Complicanze a lungo termine (se l’ipocalcemia persiste)
- Cataratta
- Alterazioni dentarie (difetti dello smalto, eruzione dentaria ritardata)
- Esiti di interventi su tiroide o paratiroidi – l’ipoparatiroidismo può comparire dopo chirurgia cervicale (per esempio tiroidectomia); nella maggior parte dei casi è transitorio e gestibile con adeguata sorveglianza
- Malattie autoimmuni – auto-aggressione delle paratiroidi, talvolta associata ad altre endocrinopatie
- Forme ereditarie – paratiroidi assenti, ridotte o non funzionanti fin dalla nascita
- Carenza di magnesio – il magnesio è indispensabile per la secrezione di PTH
- Pregressa radioterapia cervicale ad alte dosi – evenienza rara, legata a trattamenti oncologici mirati.
La diagnosi si basa su esami ematici che evidenziano ipocalcemia, iperfosfatemia e valori di PTH inappropriatamente bassi (o, nel caso dello pseudo-ipoparatiroidismo, elevati). Talvolta si eseguono ECG, prove di funzionalità renale o indagini di imaging per escludere altre cause.
Il trattamento mira a riportare e mantenere il calcio entro limiti di sicurezza:
- Assunzione quotidiana di integratori di calcio e vitamina D attiva, solitamente a vita.
- Somministrazione endovenosa di calcio nelle ipocalcemie sintomatiche acute.
- Ormone paratiroideo ricombinante per via sottocutanea nei pazienti che non raggiungono un buon controllo con i soli supplementi, riducendo così il rischio di calcoli renali e perdita di massa ossea.
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