PATOLOGIE

Ipertiroidismo

L’ipertiroidismo è la condizione in cui la tiroide produce un eccesso di ormoni (tiroxina – T4 e triiodotironina – T3). Il surplus accelera il metabolismo basale e interessa funzioni come frequenza cardiaca, temperatura corporea, peso, attività intestinale e sistema nervoso. Colpisce circa l’1 % della popolazione, con netta prevalenza femminile tra 20 e 50 anni; può però comparire a qualunque età e, raramente, in età pediatrica.

La sintomatologia riflette l’aumentata “velocità” dei processi vitali. I segni possono comparire isolati o in combinazione:

  • tachicardia, palpitazioni, eventuali aritmie e lieve ipertensione
  • perdita di peso pur con appetito conservato o aumentato
  • intolleranza al caldo, sudorazione profusa, cute calda e umida
  • nervosismo, ansia, irritabilità, insonnia, tremore fine delle mani
  • aumento della motilità intestinale (evacuazioni frequenti o diarrea)
  • astenia, debolezza muscolare, facile affaticabilità
  • nelle donne, cicli mestruali irregolari o ridotti
  • gozzo diffuso o nodulare; possibile esoftalmo e retrazione palpebrale nel morbo di Graves
Negli anziani il quadro può essere “apatico”: stanchezza, perdita di peso, stato confusionale senza sintomi tipici.

Le principali condizioni che innalzano i livelli di ormoni tiroidei sono:

  • Morbo di Graves-Basedow: malattia autoimmune in cui anticorpi (TRAb) stimolano diffusamente la ghiandola.
  • Gozzo multinodulare tossico e adenoma tossico: uno o più noduli autonomi che secernono ormoni in eccesso.
  • Tiroiditi (subacuta virale, linfocitaria post-parto, Hashimoto nelle fasi iniziali): rilascio massivo di ormoni immagazzinati.
  • Farmaci e sostanze: amiodarone, interferone α, alcuni inibitori immunitari, eccesso di iodio (mezzi di contrasto, espettoranti) o di levotiroxina assunta a scopo terapeutico.
  • Cause rare: adenoma ipofisario secernente TSH, neoplasie ovariche con tessuto tiroideo, patologie placentari ad alta secrezione di gonadotropina corionica.

La diagnosi si fonda su TSH plasmatico soppresso e FT4/FT3 elevati; nei casi sospetti di Graves si ricercano gli anticorpi TRAb. Ecografia e scintigrafia tiroidea aiutano a distinguere forma diffusa, nodulo tossico o tiroidite.

Il percorso terapeutico varia secondo causa, età e volume ghiandolare:

  • Controllo sintomi: beta-bloccanti per ridurre tachicardia e tremori.
  • Farmaci antitiroidei (metimazolo oppure propiltiouracile in gravidanza/primi mesi): riducono la sintesi ormonale; ciclo di 12-18 mesi nel morbo di Graves, con remissione in circa metà dei pazienti.
  • Iodio radioattivo 131: somministrato per via orale distrugge in modo selettivo il tessuto iperfunzionante; scelta frequente in noduli tossici, gozzo multinodulare o recidiva di Graves.
  • Chirurgia (tiroidectomia totale o parziale): indicata in gozzi voluminosi compressivi, sospetto maligno, controindicazione allo iodio radioattivo o recidive dopo terapia medica.
  • Tiroiditi subacute: spesso si risolvono spontaneamente; possono essere utili antinfiammatori o corticosteroidi.
La “tempesta tiroidea” – rara emergenza con febbre, aritmie gravi e alterazioni dello stato di coscienza – richiede terapia intensiva immediata con antitiroidei, iodio, betablocco e trattamento di supporto. Il follow-up prevede controlli periodici di TSH e ormoni liberi; dopo iodio radioattivo o chirurgia è frequente l’evoluzione verso ipotiroidismo.

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