Epicondilite (gomito del tennista)
L’epicondilite, comunemente chiamata gomito del tennista, è una tendinopatia a carico dei tendini estensori dell’avambraccio, che si inseriscono sull’epicondilo laterale dell’omero. È una condizione causata da microtraumi ripetitivi e sovraccarico funzionale, con conseguente degenerazione del tessuto tendineo. L’infiammazione può diventare cronica, determinando dolore e limitazione nei movimenti del gomito e del polso. Colpisce prevalentemente persone tra i 30 e i 60 anni (da 1 a 3% della popolazione in Italia) e può diventare una patologia invalidante se non trattata adeguatamente.
I sintomi dell’epicondilite variano in base alla gravità e all’evoluzione della patologia. I più comuni includono:
- Dolore localizzato al gomito, che peggiora con i movimenti di estensione del polso o della mano.
- Irradiazione del dolore lungo l’avambraccio, soprattutto durante attività che coinvolgono presa e sollevamento.
- Debolezza muscolare dell’avambraccio, con difficoltà a sollevare oggetti.
- Rigidità articolare e ridotta mobilità del gomito.
- Dolore persistente, anche a riposo, nei casi avanzati o non trattati.
L’epicondilite è causata da uno stress meccanico ripetuto sui tendini dell’avambraccio. I fattori scatenanti più comuni sono:
- Sovraccarico funzionale: attività lavorative o sportive che richiedono movimenti ripetitivi del polso e del gomito.
- Microtraumi: causati da movimenti errati o posizioni scorrette mantenute a lungo.
- Uso prolungato del computer, digitazione e movimenti ripetuti del mouse.
- Attività sportive specifiche: come tennis, golf e sport che sollecitano i muscoli estensori.
- Età compresa tra i 30 e i 60 anni, fascia in cui è più frequente la degenerazione tendinea.
La diagnosi si basa su valutazione clinica e test funzionali. I principali strumenti comprendono:
- Esame obiettivo: palpazione dell’epicondilo laterale e valutazione della forza e della mobilità.
- Test di provocazione: per riprodurre il dolore e confermare l’origine tendinea del disturbo.
- Esami strumentali:
- Radiografia, per escludere altre patologie ossee o articolari.
- Ecografia e risonanza magnetica (RM), per valutare lo stato dei tendini e l’eventuale degenerazione.
Il trattamento dell’epicondilite è prevalentemente conservativo e mira alla riduzione dell’infiammazione e al recupero funzionale del tendine:
- Riposo funzionale e modifiche delle attività quotidiane.
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per alleviare dolore e infiammazione.
- Fisioterapia, con esercizi di stretching e rinforzo muscolare.
- Terapie fisiche, come laserterapia e onde d’urto focali per stimolare la guarigione.
- Tutori o fasce per ridurre il carico tendineo.
- Infiltrazioni di corticosteroidi, nei casi più resistenti.
- Chirurgia: indicata solo nei casi refrattari al trattamento conservativo, prevede la rimozione del tessuto degenerato.
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Ultimo aggiornamento: 16/06/2025