Maugeri.Now
La misurazione dell’impatto sui pazienti e caregiver in Maugeri
C’è un modo semplice ma profondo per sapere se stiamo andando nella direzione giusta: ascoltare. Nel 2024, il Gruppo Maugeri ha raccolto 1.656 voci — quelle di 1.301 pazienti e 355 caregiver — che hanno scelto di raccontare la propria esperienza attraverso un questionario pensato per misurare l’impatto sociale, psicologico e relazionale generato dalla nostra attività di cura. È una rilevazione che portiamo avanti da anni, in continuità e coerenza con la nostra visione. Perché crediamo che l’efficacia di un percorso di cura non si esaurisca nei dati clinici, nei protocolli o nei numeri, ma viva — e spesso si riveli — proprio nelle parole di chi l’ha vissuto. Quelle parole che parlano di fiducia, vicinanza, serenità. Quelle che raccontano come, a volte, l’ospedale diventi più di un luogo di cura: diventi uno spazio umano, dove si è accolti nella propria interezza.
Le persone che hanno risposto al questionario — in prevalenza donne, tra i 45 e i 64 anni — ci restituiscono uno sguardo profondo sul nostro lavoro. Non parlano solo della qualità clinica, ma della cura che si trasforma in relazione, della presenza del personale, della capacità di sentirsi ascoltati, capiti, riconosciuti. È qui che avviene la differenza più grande: quando il gesto sanitario si fa umano, e diventa un ponte tra il corpo e ciò che il corpo attraversa. Dalle loro parole emerge con chiarezza ciò che viene più apprezzato. I pazienti ci raccontano il valore profondo del sentirsi presi in carico, non solo nelle cure ma nell’intero percorso, trovando nell’équipe un punto di riferimento a cui affidarsi. Hanno riconosciuto quanto la gestione della malattia e la qualità della vita possano intrecciarsi, trasformando il percorso clinico in un’esperienza di sostegno e orientamento. Allo stesso modo, i caregiver hanno sottolineato la gratitudine per essere stati accolti come persone, ascoltati nelle loro necessità e riconosciuti nel loro ruolo. Per loro, la possibilità di orientarsi, di trovare chiarezza e di sentirsi sostenuti nel difficile cammino dell’accettazione è diventata un elemento di cura tanto quanto l’attenzione rivolta ai propri cari.
Nel nostro modello assistenziale, la persona non è mai sola. Ma non è sola nemmeno chi le è accanto. Per il Gruppo Maugeri, i caregiver non sono spettatori. Sono una parte essenziale del percorso, interlocutori attivi, figure preziose da sostenere e coinvolgere. Anche le loro risposte raccontano una realtà fatta di disponibilità, chiarezza, supporto emotivo. Molti di loro hanno espresso gratitudine per la sensazione di essere stati presi in carico come persone, non solo come accompagnatori. Una gratitudine che nasce dalla qualità della comunicazione, dalla semplicità con cui sono state fornite informazioni fondamentali, dalla capacità degli operatori di offrire sostegno anche nei momenti di maggiore incertezza.
E, se è vero che ogni gesto può essere curativo, è altrettanto vero che ogni esperienza può essere trasformativa. Raccogliere queste voci, custodirle, leggerle con attenzione è per noi una responsabilità preziosa. Significa riconoscere che l’impatto reale di ciò che facciamo si misura anche nello sguardo di chi lo ha attraversato. Significa assumere le esperienze vissute come bussola per migliorare, per fare scelte più consapevoli, per orientare i nostri servizi sempre di più verso ciò che conta davvero.
Non è solo un’indagine. È un patto di fiducia, un dialogo aperto, un esercizio continuo di ascolto e restituzione. Perché solo ascoltando possiamo imparare a prenderci cura meglio. E se oggi possiamo dire che la direzione è quella giusta, è anche grazie a chi ha trovato il tempo, lo spazio e il coraggio di raccontarci la propria esperienza.