Sindrome da traumi cumulativi da lavoro

Il termine trauma può assumere significati diversi a seconda del contesto. Di solito, però, ci si riferisce a traumi di origine fisica o psicologica. Il trauma fisico consiste in una lesione riportata dall’organismo in seguito all’azione, improvvisa, dannosa e imprevista, di agenti esterni (incidenti di vario tipo, sul luogo di lavoro o fuori, sono l’esempio più comune). D’altra parte, il trauma psicologico è la conseguenza di un evento isolato (trauma di tipo 1) o di una serie di eventi più o meno distanziati nel tempo (trauma di tipo 2) che compromette/compromettono la quotidianità del soggetto.

Un tipico esempio di trauma cumulativo fisico da lavoro è la sindrome da postura fissa (per altri traumi fisici non cumulativi vedi esiti di trauma cranico-encefalico, esiti di traumi midollari, lesioni traumatiche dell’apparato locomotore, traumi accidentali, traumi muscolari da sport e/o traumi vertebro-midollari).

Dopo l’evento traumatico, sia esso di natura fisica o psicologica, la persona può rivivere il trauma mentalmente e fisicamente attraverso dei flashback (vedi anche disturbo da stress post-traumatico e postumi da traumi). Queste reminiscenze possono essere attivate da odori, suoni o altri stimoli di varia natura (chiamati trigger, dall’inglese to trigger – ossia innescare o attivare) che rievocano nella mente del soggetto il ricordo dell’evento o degli eventi traumatici. Il mancato superamento dell’evento traumatico può portare a sviluppare ulteriori sintomi quali ansia, squilibri emotivi, disturbi somatici, insonnia o irrequietezza.


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