Protesi elettiva d'anca

Con il termine di “anca” si intende quella regione anatomica che unisce il tronco con la coscia, e quindi con l’arto inferiore. Viene definita articolazione coxo-femorale e unisce la testa del femore con l’acetabolo, un incavo formato dalle tre ossa dell’anca (l’ileo, l’ischio e il pube). La testa del femore è la parte mobile dell’articolazione, mentre l’acetabolo è la parte fissa. Ovviamente, all’articolazione concorrono, per la sua tenuta e il suo movimento, cartilagini, legamenti e muscoli. È la più grande articolazione del corpo umano che ci consente di rimanere in equilibrio e di camminare in posizione eretta. Va incontro ad usura, specie a causa dell’età e di particolari attività sportive. Osteoartrosi, artrite reumatoide, fratture sono le condizioni più comuni che ne compromettono la funzionalità, ma anche artrite settica (un’infiammazione batterica), necrosi avascolare (di solito da abuso di alcol), tumori ossei, displasia congenita dell’anca.

Quando il dolore, la rigidità, la difficoltà nei movimenti sono tali da non garantire più una qualità di vita sufficiente se non comprometterla gravemente, si impone la sostituzione dell’articolazione con una protesi d’anca. Per le ragioni appena esposte, anziani e sportivi sono le categorie più interessate. Ci sono diversi tipi di protesi d’anca, che vengono scelti tanto in relazione allo specifico processo di degenerazione articolare quanto al tipo di paziente. La più comune è formata da uno stelo che viene inserito nel femore e da una coppa che va a sostituire l’acetabolo. Quanto ai materiali di cui sono composte, possono essere di una lega metallica, ma anche di plastica o ceramica.


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